Letture green: “Fukushima e lo tsunami delle anime” di Paolo Salom

11 marzo 2011, una data che in molti non potranno dimenticare. Sono già passati alcuni anni da quando in Giappone si aprì un’enorme ferita: ancora oggi si contano i danni provocati dal terremoto, dallo tsunami e dai reattori della centrale di Fukushima.

I numeri: 18.000 vittime tra morti e dispersi, un terremoto di magnitudo 9.0, più di 250.000 persone che ancora vivono in rifugi temporanei nelle zone colpite dal disastro.

In aggiunta, tutt’oggi persiste l’incubo delle acque radioattive accumulate all’interno della centrale Dai-ichi di Fukushima, un impianto che sì si è stabilizzato ma in cui vengono ancora utilizzate ingenti quantità di acqua per raffreddare le anime fuse dei 3 reattori, acqua contaminata che dai serbatoi di stoccaggio in parte finisce nell’Oceano Pacifico.

Ora c’è la probabilità che il governo approvi un nuovo progetto di politica energetica post Fukushima che prevede l’aggiunta di fonti rinnovabili e combustibili fossili, senza però abbandonare l’idea del nucleare (dagli errori/orrori non si impara mai abbastanza) perché economicamente conveniente.

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Gli eco-blogger si raccontano: Claudia Selvetti e il suo Vita a impatto 1

“Il superfluo ci appesantisce, la necessità acuisce l’inventiva e ci mette alla prova. Quale parte di noi deve essere eliminata e quale invece conservata e valorizzata? È possibile vivere felici rinunciando a sprechi di cui a malapena ci accorgiamo?”

Così esordisce GreenKika sul suo blog. Non sai chi è? Il suo nome reale è Claudia Selvetti, un peperino amante della capoeira, dell’ukulele e, vedi un pò, anche del pianeta! Nel gennaio del 2011 Claudia ha creato il green blog “Vita a impatto 1“, spazio virtuale utile a raccontare, passo dopo passo, il suo progetto ed esperienza di riduzione del proprio impatto ecologico. Un progetto nato con l’intenzione di durare un solo anno ma che in realtà non si è mai concluso.

Claudia Selvetti

1) Benvenuta Claudia! Raccontaci cosa ti ha spinto ad aprire un blog “eco-friendly”?

Un blog è uno strumento e il blog Vita a impatto 1 è nato per divulgare il progetto omonimo che senza internet non avrebbe forse avuto la stessa risonanza. E siccome il blog è un diario, è servito anche da promemoria, per poter rileggere l’anno trascorso e fare il bilancio dei miei cambiamenti. Nel blog Vita a impatto 1 ho raccontato per un anno e oltre, il 2011, la mia esperienza di vita a basso impatto ambientale.

2) Perché hai scelto di chiamare il tuo blog “Vita a impatto 1”?

Un giorno mi è capitato di imbattermi in un quiz sul calcolo dell’impatto ambientale a tutto campo: le abitudini quotidiane, i trasporti, l’alimentazione, le scelte a tavola e al supermercato, l’approccio ai consumi di energia e risorse. Avevo già letto Colin Beavan, Safran Foer, la Gabetti, cercavo un’ispirazione per fare qualcosa di concreto anche io, ed ecco la risposta: dal quiz è risultato che se tutti si fossero comportati come me, sarebbero servite le risorse di un pianeta virgola 15. Immaginate quanti pianeti servirebbero per chi usa l’auto e viaggia spesso in aereo, chi mangia carne tutti i giorni, chi acquista prodotti esteri ecc. E così il mio cervello ha cominciato a macinare idee, fino a giungere al progetto di Vita a impatto 1, uno come il pianeta che abbiamo a disposizione e per il quale dobbiamo avere rispetto e attenzione.

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Gli eco-blogger si raccontano: Daniela Ghiotto e la sua “Casina sull’albero”

Oggi vi presento una ragazza non in gamba, di più! Daniela Ghiotto, 25 anni, laureanda in Scienze Naturali, un pò nomade e molto in armonia con la natura. Appassionata di fotografia, pianista e strimpellatrice di chitarra, Daniela da tempo ha fatto la scelta di essere vegan e fa tentativi quotidiani di autoproduzione, cosmesi naturale e di riciclo creativo. Sogna di “vivere del lavoro e non per il lavoro”, cercando di essere autosufficiente senza nuocere al pianeta. La conosco da poco ma devo dire che adoro questa ragazza! La vorrei avere accanto come il suggeritore di Amélie per avere l’eco-consiglio giusto, una eco idea e farmi trasmettere quella positività che secondo me lei emana incessantemente. Siete curiosi di conoscerla meglio? Ecco cosa ci racconta di lei e del suo blog “La casina sull’Albero“.

1) Quando e cosa ti ha spinto ad aprire un blog “eco-friendly” e perché hai scelto il titolo “La casina sull’Albero”?

Il desiderio di aprire un blog eco-friendly è nato circa 4 anni fa, dopo aver scoperto le condizioni di vita negli allevamenti intensivi e dopo aver imparato a leggere le etichette degli alimenti e dei cosmetici. Gli stessi video sullo sfruttamento animale che all’epoca mi provocarono tanta rabbia e voglia di cambiare le cose sono quelli che potete trovare ancora adesso nel mio sito, nella sezione appositamente dedicata (chissà che non abbiano lo stesso effetto su di voi :])
Inizialmente tenevo un altro blog, ma ero ancora un po’ acerba e non avevo ancora capito che il metodo per arrivare agli altri non fosse quello di trasmettere la rabbia e di considerare come obbligate le vie del cambiamento. Ero troppo carica. Così ho fatto passare il tempo, durante il quale ho aumentato la mia consapevolezza in termini di degrado ambientale e stili di vita eco-sostenibili e piano piano in me sono maturate tante nuove idee e metodi di approccio diverso. Mi piaceva l’idea di creare un sito di consapevolezza ambientale in cui venissero descritte sia le attività antropiche che deturpano la natura, sia quelle che intaccano direttamente il nostro organismo senza che ce ne possiamo accorgere, e che desse almeno in parte le soluzioni per limitare il più possibile il nostro impatto, sottoponendoci al contempo a meno sostanze nocive, a partire dalla cosmesi e dall’alimentazione. Nella primavera del 2010 sono così sbocciate le prime “foglioline” della Casina sull’Albero 🙂 L’ho chiamato così perché mi sento molto legata agli alberi e mi piaceva l’idea che, per gli altri, entrare nel mio sito rappresentasse un po’ allontanarsi dall’asfalto e avvicinarsi al fruscio delle foglie e al canto degli uccelli ed entrare in una casina completamente naturale e isolata dal mondo. Purtroppo, però, solo dopo aver creato l’indirizzo mi sono accorta di quanto fosse comune come titolo per vari blog e di conseguenza difficile da trovare nelle ricerche. Per questo ora l’ho chiamato “Di Natura Mi Vesto“, ho intenzione di comprare presto il dominio e cambiare indirizzo.

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